La forza dell'ArteTerapia

L'OMS ha definito la salute come uno "stato completo di benessere fisico, mentale
e sociale e non semplice assenza di malattia", tuttavia sarebbe interessante comprendere se questa organizzazione si sia mai chiesta se la comunità sta utilizzando tutte le risorse disponibili per raggiungere un obiettivo di tale portata. Nella società della prestazione e del consumismo il finto benessere da esporre sui social network nasconde la velocità dell'esperienza che fugge e si nutre di vita che dura solo 24 ore, il tempo necessario per esporsi al pubblico che esprime un giudizio con un like ed un commento per ciò che siamo in grado di mostrare. I soggetti
vulnerabili che vivono uno stato di "malattia" non sono solo quelli che per età possono definirsi tali, ma gli adulti e tutte
le nuove generazioni che stanno vivendo un momento di transizione e forte
trasformazione iniziata sin dal periodo della Guerra Fredda.
Preso atto del senso utopico della definizione data dall'OMS, non ci rimane che iniziare un processo di esplorazione conoscitiva tramite qualsiasi forma di attività dell'uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva (Oxford). La narrazione del Sé, tramite le forme d'arte, si è sempre rivelata una terapia d'urto per favorire in parte o totalmente la trasformazione costruttiva dell'io. Attraverso la realizzazione di immagini curative con il linguaggio dei simboli vi è una esternazione del mondo creativo che ci abita e permette all'anima di vivere uno stato di appagamento sensoriale. Elaborando il proprio vissuto in maniera creativa, l'ArteTerapia promuove quella salute tanto desiderata utilizzando la pittura, scultura, scrittura, danza eccetera come inno alla forza del proprio mondo fantastico.
L'arte come terapia possiamo riscontrarla anche nella vita fragile ed energica dell'artista Frida Kahlo, esempio di vulnerabilità fisica che si è trasformata in una rassegna colorata di storie surreali. Prendendo spunto dalla personale creatività, questo esempio di resilienza ha sempre usato l'arte per impreziosire le proprie ferite, visibili ed invisibili. Alcuni giorni prima di lasciare il mondo terreno, Frida scrisse "Viva la Vida" riconoscendosi come essere speciale per la possibilità che aveva avuto di sperimentare sulla propria pelle i desideri, la sofferenza, il dolore, la gioia e la realizzazione di ciò che vibrava nelle sue mani di artista, quella verve poetica che trovava sfogo nelle tele che ha lasciato come dono all'umanità.
Imelda Zeqiri