I nuovi produttori di ricchezza sociale

E' in tempi di crisi (dal greco κρίσις, decisione) che ci rendiamo conto di dover cambiare la traiettoria della nostra esistenza e per questa ragione scaviamo negli spazi più nascosti dell'anima alla ricerca di risposte. Non siamo sempre in grado di virare verso le scelte migliori, ma attiviamo una serie di pulsanti nello spazio mentale che generano speranze di effetti positivi e duraturi sulla nostra salute psico-fisica. Siamo circondati da soggetti che operano nella società della prestazione e vivono nel consumo compulsivo e, come ripeteva l'amico e filosofo M. Pappalardo, abbiamo certamente ottenuto il progresso, ma non lo sviluppo.
In una società che si scandalizza del dolore, emergono quelle perle uniche e rare in grado di utilizzare le proprie competenze (oramai sempre più diffusa la versione inglese skills) per affrontare insieme il dolore che vivono gli altri e rendere il peso della sofferenza leggermente inferiore. I nuovi produttori di ricchezza sociale, meglio conosciuti come volontari, regalano a se stessi e agli altri una delle cose più importanti per l'uomo, il tempo che si ha a disposizione, quel tempo che ci mette spesso in crisi perché non riusciamo a comprendere la nostra utilità sociale e individuale.
Passando da un capitalismo che racconta ad uno che conta comprendiamo che il mondo non è dominato solo dall'egoismo puro, ma anche da un forte altruismo che si riflette comunque sul proprio IO poiché cresce l'autostima, il buon umore e la salute, la responsabilità nei confronti dell'altro e una soddisfazione personale. Vi è quindi uno scambio reciproco tra chi eroga un proprio servizio in maniera volontaria e gratuita e chi ne usufruisce regalando al produttore di ricchezza sociale il vantaggio della crescita intima, neutralizzando le sensazioni negative e attivando il sensore della felicità.
Gli effetti del volontariato creano modelli di inclusione sociale e di altruismo collettivo sensibilizzando le reti sociali ad una attitudine all'ascolto empatico e alla coesistenza tra chi manifesta un bisogno e chi riesce a soddisfarlo. "L'opera umana più bella è di essere utile al prossimo" sosteneva Sofocle e prendendo spunto dal filosofo positivista Comte, l'altruismo è qualcosa di innato e ci traghetta verso la cooperazione e la conservazione della specie. Nonostante le visioni fortemente egoistiche della natura umana nella visione di Nietzsche, dove prevale il proprio io sul bisogno altrui, ognuno di noi può fare un atto di bene ed essere utile al prossimo poiché "Nessuno può vivere felice se bada solo a se stesso, se volge tutto al proprio utile" e come non dare ragione a Seneca e al suo "Homo Sacra Homini"? Buon lavoro a tutti i volontari!
Imelda Zeqiri