I gatti salveranno il mondo o almeno Venezia

29.05.2021

      Visitando una delle librerie più famose del mondo, quella dell'acqua alta a Venezia, ci rendiamo conto che ci sono foto di gatti un pò ovunque e ci si chiede quale sia il collegamento tra i felini e la città che li ospita. Per scoprirlo bisogna andare indietro nel tempo di molti secoli, precisamente nel Medioevo, un periodo di navigazioni, scoperte e conquiste. Tutti conoscono i rapporti commerciali tra le galeazze veneziane e l'Oriente e la quantità di prodotti che viaggiavano da un continente all'altro, ma nessuno si è mai domandato come mai ci fossero così tanti gatti sia nelle imbarcazioni che in città.

     Per protteggere le merci vi era una persona apposita che si occupava della cura dei gatti che andavano in giro per le stive delle navi a scoprire se si fossero infiltrati o meno delle spie che avrebbero infettato o rovinato tutto ciò che era presente a bordo. Questo non fu possibile quando dall'Oriente arrivò anche il topo nero, quello della peste, il piccolo mammifero roditore in grado di uccidere più di ogni altro veleno. Venezia iniziò a progettare un piano contro la pandemia e tra le varie opzioni si pensò di importare alcuni gatti più forti dalla Palestina e Siria che fossero in grado di combattere contro questa piaga che stava mettendo in ginocchio l'economia della Serenissima e di tutto il continente.

     Con l'esplosione della peste, il gatto importato e incrociato con quello del luogo, riuscì a contribuire alla diminuzione delle presenze di questi invasori che avevano creato un certo caos e divenne quasi un Dio che veniva venerato tra le Calli (vie) della città. Ecco allora che il parente stretto del leone, simbolo della città di Venezia, diviene anche l'amico fedelissimo del doge Francesco Morosini che si portava dappertutto, anche in guerra, la sua amatissima gatta, un pò per salvarlo dalla cattiva sorte e un pò perché si sa che gatti salveranno il mondo o almeno, in questo caso, Venezia!

Imelda Zeqiri