A Natale non puoi

24.12.2021
Paesaggio invernale - Caspar David Friedrich
Paesaggio invernale - Caspar David Friedrich

     La prima volta che entrai alla National Gallery di Londra ero una bambina e non intuivo pienamente il significato delle opere che mi circondavano. Ammiravo con un certo stupore tutte quelle tele e statue che indubbiamente dovevano avere una certa rilevanza per essere state ritenute così interessanti da finire in una galleria d'arte. Passeggiavo con gli adulti e cercavo di comprendere qualcosa sul significato nascosto che si celava tra quei pezzi unici al mondo e provavo un sentimento di ammirazione per quelle capacità artistiche che certamente non possedevo. Avevo sempre provato a disegnare o a creare qualcosa con le mani tuttavia non era quella la mia migliore competenza. Mi sentivo abbastanza minuscola e la quantità di opere che mi circondavano non mi aiutava a far sparire la tristezza che aumentava via via che incontravo capolavori come quello del mio gemello mai conosciuto e nato in un'altra epoca, Caspar David Friedrich.

     Ho incontrato questo artista tra i libri di scuola e mi sono perdutamente innamorata del romanticismo tedesco e del movimento culturale Sturm und Drang che ne fondò le basi e posizionò l'uomo dinnanzi alla forza generatrice e divina della natura proiettandolo verso il macrocosmo infinitamente grande rispetto alla sua impercettibile presenza.  Nato come risposta all'Illuminismo e al Neoclassicismo, ora ci si focalizza sullo spirito, sull'emozione, sull'immaginazione e sul carattere dell'artista che non tende alla perfezione, ma al sublime e al desiderio di oltrepassare i limiti imposti dalle regole sociali. L'uomo diviene un viandante cosmico alla ricerca di risposte sul suo passaggio terreno, sul percorso di nascita, vita e morte e Friedrich coglie le sfumature di questa ricerca in ogni singola opera. Si percepisce il suo Sehnsucht, struggimento, al cospetto della potenza tempestuosa della realtà che ci circonda. 

     La malinconia che emerge dalle opere di Friedrich è il germe della solitudine che prova ogni essere umano quando si relazione con l'altro. Gli abeti, i camminatori, la neve, le chiese, il gelo, i colori invernali che ci regala l'artista rispecchiano il sentimento di smarrimento che sente l'uomo nei momenti di transito della propria esistenza e quando realizza che nel mondo incantato dalle luci di Natale esiste certamente la sofferenza, la solitudine, il dolore, il tempo che scorre e non ci lascia via di scampo. Esiste tuttavia anche quella luce fioca che si intravede in lontananza nelle sue tele e ci fa ben sperare in giorni più caldi, soleggiati e pieni di vita perché a Natale non puoi  essere felice perché lo richiede il sistema, ma puoi essere te stesso e scavare nella tua intimità per trovare la forza di rinascere giorno dopo giorno. 

Imelda Zeqiri