"A ciascuno il suo" di Leonardo Sciascia

15.07.2021

     Era il lontano 2002 quando lessi per la prima volta il testo di Sciascia e ne rimasi profondamente colpita per l'impianto narrativo del giallo, ma soprattutto per la descrizione poetica della sua amata Sicilia che ci accompagna in questo viaggio tra le incertezze politiche del dopoguerra e la corruzione che dilaga tra i qualunquisti privi di idee, in netta contrapposizione con coloro che provano a cambiare le sorti delle piccole realtà locali dove tutti sanno, ma nessuno alza un dito per cambiare ciò che non funziona. Colta da un senso di nostalgia per questo scrittore e per la sua terra natia e reduce da una formazione umanistica presso la scuola Ettore Majorana, decido di riprendere in mano questo romanzo e rileggerlo con gli occhi e la sensibilità di una donna non più liceale.

     Il dramma di un investigatore lucido, il professor Laurana, si dipana nel corso della narrazione quando ogni tassello si incastra nei punti giusti grazie alle attente intuizioni che gli permettono di risolvere un duplice omicidio, quello che ci viene dipinto nelle battute iniziali, ma lui si spinge troppo e rischia di far crollare una piramide che si regge molto bene grazie al sostegno di tutti. Cariche politiche e religiose si incastrano perfettamente con i cittadini spettatori che agiscono affinché l'unico "Sveglio" non rimanga troppo in vita, altrimenti può creare problemi perché i cretini, come lo chiameranno a fine narrazione, fanno una brutta fine. La vera condanna a morte è per chi si preoccupa della vita altrui e prova a restituire la pace a chi l'ha persa dopo essere stato ucciso da un sicario. Il professor Laurana, grazie alla penna di Sciascia, denuncia in maniera sottile la società nella quale è nato e cresciuto provando a punire chi commette crimini e rimane nascosto nell'ombra della mafia

     Quest'uomo di cultura e rispettoso delle regole, bravo e curioso, bizzarro e disciplinato ci accompagna dritti alla porta dietro la quale è nascosta la verità e da solo non può farcela a rovesciare un intero sistema marcio, ma con il sostegno dei lettori e di coloro che non si piegheranno alla corruzione è possibile vivere di onestà e senza il timore di denunciare. «Ma sa com'è? Una volta, in un libro di filosofia, a proposito del relativismo, ho letto che il fatto che noi, ad occhio nudo non vediamo le zampe dei vermi del formaggio non è ragione per credere che i vermi non le vedano... Io sono un verme dello stesso formaggio e vedo le zampe degli altri vermi». All'interno di questa storia dal gusto amaro, tutti siamo responsabili della sorte di Laurana se non proviamo a mutare l'inevitabile parentesi del fallimento sociale, non certamente solo siciliano, ma italiano

Imelda Zeqiri